pinacoteca civica Marco moretti



PINACOTECA CIVICA "M. Moretti"

C.so Annibal Caro n°24
62013, Civitanova Marche Alta

 



Collezione Moderna


 


Nel segno dell'arte: da Annibal Caro alla raccolta di Luciano Moretti

Non poteva toccar sorte migliore alla casa appartenuta alla famiglia di Annibal Caro che quella di ospitare una raccolta artistica; nel corso della sua lunga esistenza, trascorsa vicino ai maggiori mecenati del Cinquecento, il Caro fu infatti amico di numerosi pittori e “affezionatissimo a la lor arte”.

In qualità di primo segretario del cardinale Alessandro Farnese, il letterato piceno ebbe certamente modo di frequentare molti degli artisti attivi per il porporato, da Tiziano a Michelangelo, dal Bronzino al Tribolo, sino ai fratelli Zuccari, tutti convenuti ‘...all'ombra de' gran gigli d'oro', emblema borbonico, ma anche farnesiano, esaltato dal Caro in una celebre canzone composta per conto del cardinale.

Della consuetudine del poeta con il mondo artistico fa anche fede il fatto che Giorgio Vasari gli avesse affidato la revisione del manoscritto delle ‘Vite', sapendo di condividere con lui il grande amore per l'arte di Michelangelo, non meno che la presunta partecipazione del Caro al fantasioso progetto per il giardino di Bomarzo, partorito dalla mente visionaria del principe Pierfrancesco Orsini.

Ma era per i Farnese che Annibal Caro produceva il massimo sforzo creativo elaborando i complessi progetti decorativi per il palazzo di Caprarola, emblema della magnificenza farnesiana: affidate al pennello di Taddeo Zuccari, le erudite allegorie formulate dal Caro con Onofrio Panvinio e Fulvio Orsini, “acquistano il valore metaforico proprio di una scrittura in codice, il cui senso segreto poteva essere colto solo se ci si lasciava guidare dalla fantasia lungo l'ambiguo percorso indicato dalle suggestive immagini” (T. Temperini, Percorsi di invenzione umanistica nelle Lettere di A. Caro, Civitanova Marche 1997, p. 32).

Un'iscrizione latina posta nel piccolo cortile della casa di Civitanova ricorda dunque a proposito “Questa è la casa di Annibal Caro, dove felicemente abitarono Pallade e le Muse e le Grazie”. Salvatore Quasimodo l'ha tradotta su sollecitazione di Luciano Moretti, la cui raccolta di dipinti, di incisioni e di disegni di vari maestri italiani del Novecento viene oggi esposta in quella stessa dimora, nel segno di un destino che tutto unisce nel nome dell'arte e della creatività.

Stefano Papetti

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